Quattro progetti per eliminare la plastica dai mari

 

 

Quattro progetti per eliminare la plastica dai mari

Nel corso degli ultimi decenni, l'inquinamento di plastica di mari e oceani è diventato uno dei maggiori problemi ambientali.
Non si tratta solo di un problema di natura paesaggistico che, cioè, deturpa la bellezza delle spiagge, ma anche (e soprattutto) di una grave minaccia per tutto l'ecosistema marino, sia quello che dimora vicino alle coste sia quello che vive in mare aperto.
Visto poi che la plastica non è biodegradabile e ci vogliono centinaia e centinaia di anni per il suo completo deterioramento, l'unica vera soluzione che l'uomo può adottare per ripulire i mari è quella di raccoglierla e smaltirla.
Bella scoperta, ma come? Qui si sta parlando di una superficie gigantesca per di più in movimento, non di un'area circoscritta...
Orbene, al proposito tanti sono i progetti e le idee, noi però ve ne presentiamo quattro che, forse fra tutti, solo quelli più interessanti anche se non sempre di facile applicazione.
1. L'isola del riciclo - Questo progetto è frutto dell'architetto olandese Ramon Knoester il quale vorrebbe costruire un'isola artificiale gigantesca in pieno Oceano Pacifico tra le Hawaii e San Francisco, ovvero nel cuore della così detta Pacific Plastic Vortex, ovvero la zona marina a più alta concentrazione al mondo di rifiuti plastici.
Sull'isola verrebbero portati tutti i rifiuti plastici ripescati in mare non per essere abbandonati, ma per essere riciclati e trasformati nuovamente in qualcosa di utile come, ad esempio, materiale per edilizia.
L'isola del riciclo sarebbe, poi, autosufficiente in tutto e per tutto, sia sotto il profilo energetico che sotto quello di produzione del cibo per gli abitanti che qui scoprirebbero, a detta del progettista, anche un nuovo modo di vivere in totale armonia con la natura.
2. L'eco robot mobile - Un po' più concreta l'idea di Ejiuson Ueda che ha pensato ad un Eco Robot Mobile ovvero una piattaforma galleggiante del tutto simile ad una piattaforma petrolifera che, attraverso potentissime pompe, aspirerebbe l'acqua di profondità per poterla così ripulire, attraverso appositi filtri, della plastica e degli altri rifiuti.
La piattaforma, grazie ai satelliti, sarebbe inoltre in grado di muoversi e andare nelle zone dove è maggiore la presenza di rifiuti.
3. La fabbrica galleggiante - L'idea è di tre studenti (Kieran Jones, Azusa Murakami e Groves Alexander) dell'Università britannica Royal College of Art che vorrebbero trasformare un comune peschereccio in fabbrica galleggiante di sedie costruite con la plastica pescata in mare.
In particolare il progetto è stato pensato per raccogliere e riciclare le enormi quantità dei granuli di polistirolo utilizzato negli imballaggi spesso scaricati in mare che, per la loro forma che ricorda le uova a, rappresentano un gravissimo problema per la sopravvivenza di tantissime specie marine come, ad esempio, gabbiani, delfini, tartarughe che le inghiottiscono trovando così morte certa perché non in grado di digerirle.
4. La nave mangia rifiuti - L'ultima idea che vi proponiamo è forse quella più concreta che potrebbe avere davvero un futuro.
Si tratta di una nave totalmente automatizzata alimentata da energie rinnovabili (in particolare sole e vento) che, per mezzo di un sofisticato sistema GPS, sarebbe trasferita nelle aree marine più sudice.
Del tutto simile ai vaporetti che si muovono sul fiumi Mississipi, questa modernissima imbarcazione sarebbe dotata di due particolari pale: una più grande a prua per raccogliere i rifiuti di maggiori dimensioni, e una più piccola a poppa per quelli che sfuggono alla pala anteriore.
I rifiuti ripescati in mare verrebbero poi trasportati, attraverso altre navi attrezzate per lo scopo, sulla terraferma per essere riciclati.





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Argomenti: inquinamento mari plastica, rifiuti oceani, ripulire mari da plastica

 

 

 

 

 

 
 

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