Per il prossimo Natale sono sei i milioni di alberi (veri) che entreranno nelle case degli Italiani

 

 

Per il prossimo Natale sono sei i milioni di alberi (veri) che entreranno nelle case degli Italiani

Per il prossimo Natale gli abeti entreranno in sei milioni di case.
A tanto ammontano le stime degli alberi che verranno commercializzati per l'imminente festività, con un giro di affari che si assesta a circa 150 milioni di euro, ma che a feste concluse contribuiranno a far crescere il volume dei rifiuti solidi urbani.
È questo quanto rileva il Corpo Forestale che peraltro offre consigli su come smaltire gli abeti dopo l'Epifania.
Innanzi tutto va detto che acquistare un albero vero non significa necessariamente fare una scelta anti-ecologica: secondo gli esperti di PEFC Italia, il sistema di certificazione per la gestione forestale sostenibile, l'abete di plastica ha un impatto ambientale maggiore perché la plastica deriva dal petrolio e quindi ha costi ambientali e di smaltimento elevati.
Inoltre gli abeti di origine italiana presenti sul mercato natalizio derivano per circa il 90% da coltivazioni specializzate, cioè da piantagioni di alberi create per questo scopo che occupano stagionalmente oltre mille piccole aziende agricole in Italia. L'importante, spiegano dal PEFC, è controllare il tagliando dell'albero per sincerarsi che provenga da boschi gestiti in modo sostenibile.
Dopo le feste, l'abete può prendere molteplici strade, ma mai quella del cassonetto stradale che, tra l'altro, è una pratica vietata e sottoposta a sanzioni pecuniarie: gli abeti con le radici e ancora vivi possono andare all'esterno, su balconi o giardini, tenendo comunque a mente che si tratta di piante che possono raggiungere anche i 20 metri e che per sopravvivere necessitano di condizioni climatiche adatte, in genere molto fresche.
Nel caso in cui non si abbia la possibilità di mettere a dimora l'albero, la Forestale consiglia di piantarlo in vaso, porlo in un angolo fresco del giardino o del balcone e riutilizzarlo per più anni.
Come ultima alternativa l'albero di Natale, vivo o morto, potrà essere consegnato nei centri di raccolta indicati dai vivaisti o dai Comuni come ad esempio a Roma dove, per il nono anno consecutivo, a gennaio il Corpo Forestale metterà in campo un'iniziativa ad hoc insieme all'azienda municipalizzata della capitale.
Dopo le feste i cittadini potranno portare gli alberi nei centri appositamente attrezzati e le piante non più vitali verranno riusate riciclandole per la produzione di compost ecosostenibile da giardino, mentre quelle ancora vive troveranno posto in parchi, giardini o aree scelte quali l'ex vivaio forestale di Arcinazzo Romano, gestite appunto dallo stesso Corpo Forestale.





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