La nuova frontiera per la palestra del futuro: autoalimentarsi col sudore degli atleti

 

 

La nuova frontiera per la palestra del futuro: autoalimentarsi col sudore degli atleti

Nella cittadina di Hull nel Regno Unito Sembra prendere letteralmente... forma il progetto di costruire la prima palestra in grado di trasformare l'energia cinetica prodotta dalle persone per i loro esercizi in energia elettrica.
Grazie, infatti, alla The Great Outdoor Gym Company (TGO) la locale amministrazione cittadina ha fatto installare una palestra all'aperto con alcuni macchinari come tapis roulant e cyclette attraverso i quali viene, al momento, generata l'energia elettrica necessaria per illuminare con lampade a led l'area della palestra.
Questi macchinari sono, infatti, in grado di produrre tra i 50 e i 400 W/h a seconda del tipo di sforzo compiuto dagli atleti per cui verosimilmente circa 100 W/h di media con i non professionisti.
Ma le intenzioni del progetto vanno ben oltre: la The Great Outdoor Gym Company, infatti, ha in programma di installare più di 100 nuove palestre ogni anno per i prossimi cinque anni.
Tenendo conto che ogni palestra verde dovrebbe servire a circa 5 mila persone, il potenziale energetico che riguarda questo progetto arriverà a coinvolgere circa 2,5 milioni di persone, un numero molto elevato grazie al quale si potrebbe produrre corrente elettrica oltre le vere necessità del centro fitness così l'eccedenza potrebbe essere immessa in rete.
Un obiettivo sicuramente ambizioso che la The Great Outdoor Gym Company vuole però raggiungere dopo aver testato e collaudato il successo di questa prima palestra.





Galleria fotografica

 


 

Argomenti: palestra trasforma energia cinetica in corrente elettrica, The Great Outdoor Gym Company

 

 

 

 

 

 
 

Impronta Ecologica è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Parma (Reg. n. 14 del 27/10/2000)

Pubblicità su Impronta Ecologica  |  Comunicati Stampa  |  Redazione  |  Mappa del sito  |  Privacy e Cookie Policy  |  Dati Sociali

2000-2016©Impronta Ecologica

Licenza Creative Commons