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Fukushima - Dopo le alghe, tracce di radioattivita' anche nei tonni pescati in California
Non per voler essere polemici con coloro i quali ci hanno accusato di voler gettare inutile benzina sul fuoco dell'allarmismo incondizionato e gratuito per quanto è successo oltre un anno fa a Fukushima e coi problemi successivi al disastro nucleare, ma siamo obbligati a riportare una notizia preoccupante battuta da tutte le principali agenzia di stampa internazionali.
Dopo aver individuato Iodio 131 nel kelp californiano in quantità 250 volte superiori a quelli prima del disastro (leggi qui), stando ad una nuova ricerca condotta dagli studiosi dell'Università di Standford (Stati Uniti), nei tonni rossi (che "casualmente" nascono nell'Oceano Pacifico proprio nelle acque del Paese nipponico) pescati in prossimità delle coste della California sono state rinvenute tracce di Cesio 137 e Cesio 134, ovviamente sostanze radioattive, presenti in quantità superiore rispetto alla quantità presente nei pesci catturati (sempre "casualmente" s'intende!) dal 2008 a poco prima del disastro nucleare.
Siccome, però, i ricercatori americani sono molto scrupolosi, nonostante abbiamo già ribadito che non esistono problemi per l'uomo, per approfondire la loro ricerca, hanno chiesto di poter esaminare anche altri animali acquatici che potrebbero essere stati anch'essi contaminati.
Detto questo, ognuno di noi può interpretare questa ennesima notizia sulle radiazioni nucleari uscite dal sito di Fukushima come meglio crede e gli aggrada, ma da qui ad affermare che è tutto perfettamente apposto e sotto controllo però...
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Argomenti: radiazioni nucleari Fukushima, disastro nucleare Fukushima, contaminazione ambientale Fukushima
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